Inviato: ven mag 04, 2007 8:19 am
Ciao raga, negli ultimi giorni ho fatto un paio di turni in studio di registrazione che mi hanno dato lo spunto per aprire una discussione in merito, appunto, al lavoro del Percussionista in Sala di Incisione. Ho pensato che potrebbe rivelarsi utile ed interessante confrontarci su quelle che possono essere state le esperienze più o meno professionali nel momento in cui c’è stato bisogno di registrare i nostri beneamati Tamburelli.
Per quanto mi riguarda, sono state 2 situazioni abbastanza differenti. La settimana scorsa, il gruppo erano i Rio (la band del fratello del Liga) e il brano era una cover “Latin/Dance” bella carica che dovrebbe uscire questa estate, mentre l’altra sera ho lavorato per un gruppo di estrazione Blues su un brano a sua volta con un bel tiro, ma molto più lento, lo definirei un Reggae/Blues.
Innanzi tutto partirei con l’analisi dell’approccio ai brani, che è stato senz’altro differente.
Con i “Rio” infatti la stesura e parte dell’arrangiamento sono stati costruiti in studio. Quando sono arrivato mi hanno fatto sentire una versione del pezzo suonata in un Live in modo da farmi capire il tipo di atmosfera e di groove contenuti nel brano, ma soprattutto per far si che cominciassi a farmi un’idea del ritmo che avrei potuto utilizzare con le Congas (la scelta, come vedremo successivamente è caduta su un Pattern “Batuka”). A quel punto stabiliti alcuni momenti principali, mi hanno dato una partitura per la stesura provvisoria e gli stacchi obbligati e da li abbiamo cominciato a costruire la stesura definitiva del pezzo.
In pratica abbiamo registrato 3 o 4 take modificandole di volta in volta (togliendo, aggiungendo, spostando, accorciando o allungando parti ecc.) fino ad arrivare alla stesura definitiva, che, per quanto riguardava la mia parte, prevedeva l’utilizzo contemporaneamente di Congas e Bongos. Durante le prime registrazioni infatti ho pensato che fosse giusto sottolineare alcuni momenti con sonorità e grooves differenti, dunque ho utilizzato le Congas per le parti principali particolarmente cariche, e i Bongos su un paio di momenti “d’atmosfera”.
L’arrangiamento prevedeva anche 16 battute di assolo di Congas che sono state ridotte a 8 per la “Radio Version” del brano.
Per quanto riguarda il pezzo Blues invece la base era già pronta e finita, dunque restavano da aggiungere solamente tutte le parti di Percussioni. A quel punto dopo aver sentito la stesura e memorizzato dove c’erano Stop e stacchi obbligati abbiamo “fatto i suoni” e siamo partiti a registrare.
Apro una parentesi per sottolineare che uno dei punti chiave del lavoro del Turnista da Studio di Registrazione, consiste nel cercare di capire, prima possibile, quali sono le esigenze del gruppo o del produttore, in modo da ottimizzare al massimo i tempi. In Sala d’Incisione infatti, il tempo, come si sa, è denaro (in genere gli studi sono affittati a ore o a giornata) di conseguenza, non ci si può permettere di metterci troppo a capire cosa ti chiedono, ad eseguirlo o di sbagliarsi troppe volte. Dunque l’esperienza gioca un ruolo senz’altro molto importante. Un’altra dote molto apprezzata è sicuramente la precisione. In Studio infatti “tutto resta” e gli errori o le imprecisioni, saltano fuori che è un piacere. Per questo bisogna essere molto allenati a stare nel groove, ma con grande precisione.
Un altro vantaggio derivante dall’esperienza consiste nel fatto che puoi muoverti più a tuo agio, sapendo già quali saranno le esigenze del Fonico e degli assistenti di sala in merito a posizionamento di Strumenti e microfoni, Monitors ecc. facilitando e velocizzando notevolmente il lavoro dei tecnici
In entrambe i pezzi ho preferito lavorare senza Clik, ma semplicemente “appoggiandomi” al groove della Batteria e del Basso. Questa scelta in effetti potrebbe comportare più rischi per la precisione (anche se comunque non ci sono stati problemi) ma per quanto mi riguarda mi ha permesso di lavorare con maggior libertà e di pensare maggiormente al groove.
Sempre riguardo al Click, nel brano Latin, abbiamo registrato le prime prove a 114, ma poi la velocità è stata abbassata a 112 per le Take successive e per quella definitiva. Sembra Incredibile, ma questa seppur minima variazione, faceva la differenza tra un brano che “scappava un po’ via”, e uno che invece appoggiava bene con un gran bel groove.
Per quanto riguarda l’ascolto in cuffia come sempre ho preferito avere quasi a 0 il ritorno dei miei Strumenti e tenere belli alti Basso e Batteria e, un po’ più sotto Chitarre, Tastiere e Voce guida. Questo soprattutto le Congas, perché in realtà quando abbiamo registrato tutti gli “Aggeggi” ho preferito averli più alti e ben presenti per poterne controllare suono e dinamiche.
Una parentesi interessante la aprirei anche per descrivere la Microfonatura e le tecniche di ripresa. Nel primo Studio infatti ero circondato da pareti mobili fonoassorbenti aperte sul davanti per permettermi di vedere il Batterista (Cesare Barbi un grande). Per quanto riguarda i microfoni hanno utilizzato dei Beyerdynamic Opus 83 (per coincidenza gli stessi che utilizzo anche io nei Live) 1 per ogni Tamburo e 1 sui Bongos. Per gli “Aggeggi” invece il fonico ha utilizzato 1 AKG a “biscotto” a circa 1 metro di distanza dalla mia postazione.
Nel secondo studio le Congas e i Bongos erano microfonati con dei Sennheiser (1 per ogni Tamburo compresi i Bongos che ne avevano 2) a circa 5/7 cm di distanza dalle pelli + 2 Neumann posizionati a circa 1 metro e mezzo dagli Strumenti e aperti Stereo. Per gli “Aggeggi” hanno utilizzato solo i 2 Neummann. Alla fine in entrambe gli Studi il risultato finale è stato senz’altro buono e rispondeva alle esigenze dell’arrangiatore. In genere evito di intromettermi nel lavoro del Fonico (in studio perché dal vivo spesso mi intrometto eccome visti i rischi di incappare in qualche pirla) anche se ho un’esperienza di molti anni di Studio non solo come Musicista, ma anche come Fonico. Questo semplicemente perché ogni tecnico del suono conosce il proprio studio, sa come suona, quali microfoni sono più idonei per ottenere un certo suono, e come posizionarli. Dunque mi limito a presentarmi in studio con Strumenti buoni, che suonano già bene di loro (è fondamentale) e al resto pensa il Fonico. Naturalmente se mi chiedono un consiglio, dico la mia, ma alla fine quello che mi interessa è che il risultato finale soddisfi la produzione.
Gli Strumenti totali utilizzati nei brani sono:
Per il pezzo Latin: Congas, Bong’, Paila, Shaker, Triangolo, Claves, Roar, Stick Tambourine, Guiro, Campana Bongo’.
Per quello Reggae/Blues: Congas, Bongos, Shaker, Stick Tambourine, Mini Tambourine by Fabrizio, Chimes, Cabaza, più alcuni “Colori spruzzati qua e là”, tra cui lo spettacolare “Tuono” della Remo che alla fine avrà una parte da protagonista all’inizio del brano.
Per quanto riguarda gli Shaker, mentre nel Blues abbiamo battezzato quasi subito lo Strumento giusto (1 Shaker Meinl con un suono abbastanza “grosso”) nel pezzo dei Rio, la ricerca del suono ha richiesto varie prove, al punto che alla fine abbiamo optato per uno Shaker dal suono abbastanza fine e penetrante, unito ad un Caxixi. Prima della sessione di registrazione dunque ho provveduto ad attaccare insieme i 2 aggeggi con del nastro cartato, in modo da poterli maneggiare come se fossero un unico Strumento.
Bisogna considerare che talvolta gli Strumenti che “suonano bene” nel Live, non sono necessariamente adatti all’utilizzo in studio, perché le esigenze sono differenti, soprattutto per quanto riguarda il controllo delle frequenze e delle sonorità. Ecco perché magari un Batterista utilizza un Charlye più “frizzante” dal vivo, e un po’ più “scuro” e controllabile in studio.
Allo stesso modo, uno Shaker che dal vivo in genere non apprezzo particolarmente, in studio si è rivelato lo Strumento ideale.
Apro una parentesi per dire che uno degli Strumenti che è piaciuto di più per potenzialità ed efficacia… è il mini Tamburine in metallo del vecchio Fabrizio.
Lo Stick Tambourine l’ho suonato sia con accenti che in ottavi senza accento sistema nel quale risulta efficacissimo
In genere quando mi chiamano per dei turni in studio, porto con me un set abbastanza nutrito per 2 semplici motivi:
1 bisogna essere pronti a qualunque evenienza o richiesta della produzione, del gruppo o dell’arrangiatore
2 spesso chi arrangia il brano ha un’ idea più chiara su certi tipi di Percussioni (generalmente le più comuni come ad esempio le Congas) ma ovviamente non può conoscere tutti gli aggeggi dei quali disponiamo noi Percussionisti, e spesso le idee vengono proprio “in corso d’opera”, quando li vedono o, meglio, li sentono suonare.
Il set di base che ho portato per entrambe le situazioni era composto da:
4 Congas (1 Conga 2 Tumbadora, 1 Quinto) 1 Paila, Bongos, Darbukka, Djembè, vari Campanacci con sonorità differenti, 5 o 6 Shaker, a loro volta con suoni molto differenti, Ovetti, più una nutritissima serie di aggeggi di vario tipo e un set di Piatti con Crash, Ride e vari Splash di differenti misure.
Comunque sapevo già che in entrambe le situazioni il lavoro del Percussionista era abbastanza rilevante sia in termini di interventi che di Strumentazione da utilizzare.
Per quanto riguarda la costruzione delle parti percussive in tutti e due i brani sono partito con una base di Congas. Nel primo una volta ascoltato il pezzo ho proposto un pattern di “Batuka” che ben si adattava all’andamento Basso/Batteria, e subito approvato, mentre nel secondo caso, i Reggae/Blues, la richiesta era di adattare le Congas ad un Riff di Chitarra molto pronunciato. Dunque ho proposto di fare 2 Take, la prima seguendo le direttive dell’arrangiatore e utilizzando un bellissimo Groove “Funky/Blues”, la seconda con un pattern più simile al classico “Tumbao e relative variazioni”, che, a mio avviso si adattava altrettanto bene. Alla fine piacevano entrambe le soluzioni, dunque abbiamo optato per tenere entrambe le Take e in fase di mix finale decideranno quale “suonerà in modo ottimale”. In realtà ho proposto di eseguire anche una terza Take, nella quale ho utilizzato un Pattern mischiando la prima e la seconda situazione, e sono quasi certo che probabilmente terranno quella perché suonava veramente bene.
In tutti e 2 i turni abbiamo curato per bene l’intonazione dei Tamburi che, soprattutto nel secondo brano giocava un ruolo abbastanza importante. Con i Rio infatti, sono partito con l’intonazione classica abbastanza “centrale”, ma dopo le prime prove di registrazione ci siamo resi conto che il “brio” del brano reclamava un’intonazione più acuta, dunque ho provveduto ad alzare di un tono abbondante l’accordatura dei Tamburi. Nel secondo caso invece bisognava tener conto che le Congas in alcuni punti dovevano seguire il Riff della Chitarra, dunque l’intonazione non doveva rischiare di interferire. Ecco perché abbiamo optato per un Tono più Standard e centrale. Nel brano Latin i Bongos li ho suonati nella stessa sessione delle Congas, metre nel Blues hanno meritato una stesura a parte. Dopo Congas e Bongos abbiamo proceduto con l’inserimento di tutti gli altri Strumenti.
Un piccolo accorgimento/consiglio: durante i vari ascolti dei brani, conviene prendere appunti per l’inserimento degli “Strumenti minori”. Questo fa risparmiare tempo, ed evita di perdere idee preziose che magari nascono al momento, ma poi nel trambusto si dimenticano.
Alla fine siamo rimasti tutti molto soddisfatti del risultato ottenuto.
Sha' :;):
Per quanto mi riguarda, sono state 2 situazioni abbastanza differenti. La settimana scorsa, il gruppo erano i Rio (la band del fratello del Liga) e il brano era una cover “Latin/Dance” bella carica che dovrebbe uscire questa estate, mentre l’altra sera ho lavorato per un gruppo di estrazione Blues su un brano a sua volta con un bel tiro, ma molto più lento, lo definirei un Reggae/Blues.
Innanzi tutto partirei con l’analisi dell’approccio ai brani, che è stato senz’altro differente.
Con i “Rio” infatti la stesura e parte dell’arrangiamento sono stati costruiti in studio. Quando sono arrivato mi hanno fatto sentire una versione del pezzo suonata in un Live in modo da farmi capire il tipo di atmosfera e di groove contenuti nel brano, ma soprattutto per far si che cominciassi a farmi un’idea del ritmo che avrei potuto utilizzare con le Congas (la scelta, come vedremo successivamente è caduta su un Pattern “Batuka”). A quel punto stabiliti alcuni momenti principali, mi hanno dato una partitura per la stesura provvisoria e gli stacchi obbligati e da li abbiamo cominciato a costruire la stesura definitiva del pezzo.
In pratica abbiamo registrato 3 o 4 take modificandole di volta in volta (togliendo, aggiungendo, spostando, accorciando o allungando parti ecc.) fino ad arrivare alla stesura definitiva, che, per quanto riguardava la mia parte, prevedeva l’utilizzo contemporaneamente di Congas e Bongos. Durante le prime registrazioni infatti ho pensato che fosse giusto sottolineare alcuni momenti con sonorità e grooves differenti, dunque ho utilizzato le Congas per le parti principali particolarmente cariche, e i Bongos su un paio di momenti “d’atmosfera”.
L’arrangiamento prevedeva anche 16 battute di assolo di Congas che sono state ridotte a 8 per la “Radio Version” del brano.
Per quanto riguarda il pezzo Blues invece la base era già pronta e finita, dunque restavano da aggiungere solamente tutte le parti di Percussioni. A quel punto dopo aver sentito la stesura e memorizzato dove c’erano Stop e stacchi obbligati abbiamo “fatto i suoni” e siamo partiti a registrare.
Apro una parentesi per sottolineare che uno dei punti chiave del lavoro del Turnista da Studio di Registrazione, consiste nel cercare di capire, prima possibile, quali sono le esigenze del gruppo o del produttore, in modo da ottimizzare al massimo i tempi. In Sala d’Incisione infatti, il tempo, come si sa, è denaro (in genere gli studi sono affittati a ore o a giornata) di conseguenza, non ci si può permettere di metterci troppo a capire cosa ti chiedono, ad eseguirlo o di sbagliarsi troppe volte. Dunque l’esperienza gioca un ruolo senz’altro molto importante. Un’altra dote molto apprezzata è sicuramente la precisione. In Studio infatti “tutto resta” e gli errori o le imprecisioni, saltano fuori che è un piacere. Per questo bisogna essere molto allenati a stare nel groove, ma con grande precisione.
Un altro vantaggio derivante dall’esperienza consiste nel fatto che puoi muoverti più a tuo agio, sapendo già quali saranno le esigenze del Fonico e degli assistenti di sala in merito a posizionamento di Strumenti e microfoni, Monitors ecc. facilitando e velocizzando notevolmente il lavoro dei tecnici
In entrambe i pezzi ho preferito lavorare senza Clik, ma semplicemente “appoggiandomi” al groove della Batteria e del Basso. Questa scelta in effetti potrebbe comportare più rischi per la precisione (anche se comunque non ci sono stati problemi) ma per quanto mi riguarda mi ha permesso di lavorare con maggior libertà e di pensare maggiormente al groove.
Sempre riguardo al Click, nel brano Latin, abbiamo registrato le prime prove a 114, ma poi la velocità è stata abbassata a 112 per le Take successive e per quella definitiva. Sembra Incredibile, ma questa seppur minima variazione, faceva la differenza tra un brano che “scappava un po’ via”, e uno che invece appoggiava bene con un gran bel groove.
Per quanto riguarda l’ascolto in cuffia come sempre ho preferito avere quasi a 0 il ritorno dei miei Strumenti e tenere belli alti Basso e Batteria e, un po’ più sotto Chitarre, Tastiere e Voce guida. Questo soprattutto le Congas, perché in realtà quando abbiamo registrato tutti gli “Aggeggi” ho preferito averli più alti e ben presenti per poterne controllare suono e dinamiche.
Una parentesi interessante la aprirei anche per descrivere la Microfonatura e le tecniche di ripresa. Nel primo Studio infatti ero circondato da pareti mobili fonoassorbenti aperte sul davanti per permettermi di vedere il Batterista (Cesare Barbi un grande). Per quanto riguarda i microfoni hanno utilizzato dei Beyerdynamic Opus 83 (per coincidenza gli stessi che utilizzo anche io nei Live) 1 per ogni Tamburo e 1 sui Bongos. Per gli “Aggeggi” invece il fonico ha utilizzato 1 AKG a “biscotto” a circa 1 metro di distanza dalla mia postazione.
Nel secondo studio le Congas e i Bongos erano microfonati con dei Sennheiser (1 per ogni Tamburo compresi i Bongos che ne avevano 2) a circa 5/7 cm di distanza dalle pelli + 2 Neumann posizionati a circa 1 metro e mezzo dagli Strumenti e aperti Stereo. Per gli “Aggeggi” hanno utilizzato solo i 2 Neummann. Alla fine in entrambe gli Studi il risultato finale è stato senz’altro buono e rispondeva alle esigenze dell’arrangiatore. In genere evito di intromettermi nel lavoro del Fonico (in studio perché dal vivo spesso mi intrometto eccome visti i rischi di incappare in qualche pirla) anche se ho un’esperienza di molti anni di Studio non solo come Musicista, ma anche come Fonico. Questo semplicemente perché ogni tecnico del suono conosce il proprio studio, sa come suona, quali microfoni sono più idonei per ottenere un certo suono, e come posizionarli. Dunque mi limito a presentarmi in studio con Strumenti buoni, che suonano già bene di loro (è fondamentale) e al resto pensa il Fonico. Naturalmente se mi chiedono un consiglio, dico la mia, ma alla fine quello che mi interessa è che il risultato finale soddisfi la produzione.
Gli Strumenti totali utilizzati nei brani sono:
Per il pezzo Latin: Congas, Bong’, Paila, Shaker, Triangolo, Claves, Roar, Stick Tambourine, Guiro, Campana Bongo’.
Per quello Reggae/Blues: Congas, Bongos, Shaker, Stick Tambourine, Mini Tambourine by Fabrizio, Chimes, Cabaza, più alcuni “Colori spruzzati qua e là”, tra cui lo spettacolare “Tuono” della Remo che alla fine avrà una parte da protagonista all’inizio del brano.
Per quanto riguarda gli Shaker, mentre nel Blues abbiamo battezzato quasi subito lo Strumento giusto (1 Shaker Meinl con un suono abbastanza “grosso”) nel pezzo dei Rio, la ricerca del suono ha richiesto varie prove, al punto che alla fine abbiamo optato per uno Shaker dal suono abbastanza fine e penetrante, unito ad un Caxixi. Prima della sessione di registrazione dunque ho provveduto ad attaccare insieme i 2 aggeggi con del nastro cartato, in modo da poterli maneggiare come se fossero un unico Strumento.
Bisogna considerare che talvolta gli Strumenti che “suonano bene” nel Live, non sono necessariamente adatti all’utilizzo in studio, perché le esigenze sono differenti, soprattutto per quanto riguarda il controllo delle frequenze e delle sonorità. Ecco perché magari un Batterista utilizza un Charlye più “frizzante” dal vivo, e un po’ più “scuro” e controllabile in studio.
Allo stesso modo, uno Shaker che dal vivo in genere non apprezzo particolarmente, in studio si è rivelato lo Strumento ideale.
Apro una parentesi per dire che uno degli Strumenti che è piaciuto di più per potenzialità ed efficacia… è il mini Tamburine in metallo del vecchio Fabrizio.
Lo Stick Tambourine l’ho suonato sia con accenti che in ottavi senza accento sistema nel quale risulta efficacissimo
In genere quando mi chiamano per dei turni in studio, porto con me un set abbastanza nutrito per 2 semplici motivi:
1 bisogna essere pronti a qualunque evenienza o richiesta della produzione, del gruppo o dell’arrangiatore
2 spesso chi arrangia il brano ha un’ idea più chiara su certi tipi di Percussioni (generalmente le più comuni come ad esempio le Congas) ma ovviamente non può conoscere tutti gli aggeggi dei quali disponiamo noi Percussionisti, e spesso le idee vengono proprio “in corso d’opera”, quando li vedono o, meglio, li sentono suonare.
Il set di base che ho portato per entrambe le situazioni era composto da:
4 Congas (1 Conga 2 Tumbadora, 1 Quinto) 1 Paila, Bongos, Darbukka, Djembè, vari Campanacci con sonorità differenti, 5 o 6 Shaker, a loro volta con suoni molto differenti, Ovetti, più una nutritissima serie di aggeggi di vario tipo e un set di Piatti con Crash, Ride e vari Splash di differenti misure.
Comunque sapevo già che in entrambe le situazioni il lavoro del Percussionista era abbastanza rilevante sia in termini di interventi che di Strumentazione da utilizzare.
Per quanto riguarda la costruzione delle parti percussive in tutti e due i brani sono partito con una base di Congas. Nel primo una volta ascoltato il pezzo ho proposto un pattern di “Batuka” che ben si adattava all’andamento Basso/Batteria, e subito approvato, mentre nel secondo caso, i Reggae/Blues, la richiesta era di adattare le Congas ad un Riff di Chitarra molto pronunciato. Dunque ho proposto di fare 2 Take, la prima seguendo le direttive dell’arrangiatore e utilizzando un bellissimo Groove “Funky/Blues”, la seconda con un pattern più simile al classico “Tumbao e relative variazioni”, che, a mio avviso si adattava altrettanto bene. Alla fine piacevano entrambe le soluzioni, dunque abbiamo optato per tenere entrambe le Take e in fase di mix finale decideranno quale “suonerà in modo ottimale”. In realtà ho proposto di eseguire anche una terza Take, nella quale ho utilizzato un Pattern mischiando la prima e la seconda situazione, e sono quasi certo che probabilmente terranno quella perché suonava veramente bene.
In tutti e 2 i turni abbiamo curato per bene l’intonazione dei Tamburi che, soprattutto nel secondo brano giocava un ruolo abbastanza importante. Con i Rio infatti, sono partito con l’intonazione classica abbastanza “centrale”, ma dopo le prime prove di registrazione ci siamo resi conto che il “brio” del brano reclamava un’intonazione più acuta, dunque ho provveduto ad alzare di un tono abbondante l’accordatura dei Tamburi. Nel secondo caso invece bisognava tener conto che le Congas in alcuni punti dovevano seguire il Riff della Chitarra, dunque l’intonazione non doveva rischiare di interferire. Ecco perché abbiamo optato per un Tono più Standard e centrale. Nel brano Latin i Bongos li ho suonati nella stessa sessione delle Congas, metre nel Blues hanno meritato una stesura a parte. Dopo Congas e Bongos abbiamo proceduto con l’inserimento di tutti gli altri Strumenti.
Un piccolo accorgimento/consiglio: durante i vari ascolti dei brani, conviene prendere appunti per l’inserimento degli “Strumenti minori”. Questo fa risparmiare tempo, ed evita di perdere idee preziose che magari nascono al momento, ma poi nel trambusto si dimenticano.
Alla fine siamo rimasti tutti molto soddisfatti del risultato ottenuto.
Sha' :;):