da un'epoca che tramonta - riflessioni di un nostalgico

Se non trovi un forum dedicato al tema di Tuo interesse utilizza questo forum per inserire il Tuo messaggio.
Sebastiano
Messaggi: 1137
Iscritto il: mer mar 29, 2006 9:46 am
Località: Sassari

Messaggioda Sebastiano » mar feb 12, 2008 11:14 am

Prendo spunto da due episodi apparentemente non correlati: la scomparsa del grande Tata Guines e un mio recente viaggio a Cagliari con l'ottimo Prieto per vedere un concerto della rinnovata Orquesta Revè.
Il concerto è stato una grande delusione, perchè, dopo aver avuto il piacere di sentire dal vivo l'orchestra del padre, caratterizzata da un suono molto personale, con percussioni molto in evidenza, insieme al tres e ai tipici cori del son e del changuì, mi son ritrovato l'ennesima formazione di timba, neanche raffinata come arrangiamenti, senza lo sviluppo dinamico del montuno, con un bongosero che suonava quasi esclusivamente la campana e un tumbador preciso e preparato tecnicamente, ma costretto a pestare sempre al massimo dalle pesanti sonorità generali.
Istintivamente ho associato il malumore generato dalla serata con quello legato alla morte di Tata, poichè mi sono reso conto che la grande epopea dei mitici percussionisti cubani (e non solo),nonchè il grande fascino di quella musica popolare, caratterizzata da melodie ariose, ritmi fluidi, vivido contrasto tra l'eleganza del cantato e l'energia ipnotica dei montunos, splendidi incastri tra la marcha della tumba e i raffinati fraseggi del bongò, stanno scomparendo quasi completamente; sono sostituiti gradualmente da percussionisti sempre più dotati tecnicamente, ma sempre più appiattiti su sterili manifestazioni di tecnica, sempre più indistinguibili l'uno dall'altro; la musica è si energetica e piena di contaminazioni, ma, soprattutto dal vivo, meno raffinata e godibile (per me, almeno, che mi annoio sempre di più...).
Perdonate lo sfogo, ma credo proprio che i formidabili, Tata, Barreto, Mongo e Patato non potranno mai essere rimpiazzati e continueranno ad essere una fonte primaria d'ispirazione, una miniera di spunti ed un vademecum di frasi di grande gusto ed effetto per tutti i futuri tumbadores.
Sebastiano

mario(ex tecnica)
Messaggi: 284
Iscritto il: sab mar 10, 2007 1:56 pm
Località: genova

Messaggioda mario(ex tecnica) » mar feb 12, 2008 11:26 am

hai pienamente ragione seba, del resto questi signori hanno definito l'uso della tumba in situazioni son , descarga, latinjazz, e con stili diversi hanno fissato dei veri e propri clichè per il solismo con le tumbe (tata soprattutto , se non altro , come già detto da te , xchè è stato il più studiato ed imitato)
mario

Sbiccy
Messaggi: 427
Iscritto il: ven set 02, 2005 10:07 am

Messaggioda Sbiccy » mar feb 12, 2008 1:24 pm

Capisco benissimo il discorso anche se non me ne intendo dei generi in questione e non posso comprendere nello specifico i dettagli citati da Seba.
ma capisco bene il significato, in generale.
E' secondo me un discorso purtoppo di più ampio respiro e riguarda tutta la musica e quella cosa indefinibile ed invisibile che non è solo tecnica, esperienza, musicalità e gusto...non si sa bene cos'è e come definirla, ma quando c'è lo si nota immediatamente rispetto a quando è assente. Lo si capisce subito senza ombra di dubbio, anche se non è descrivibile....e purtroppo secondo me va pian piano affievolendosi.

Quando si sente una formazione che ha un gusto ed una fluidità nel suonare quello che sta facendo con un'intenzione talmente forte...che il mondo tradizionale che cè dietro esce subito fuori, storie, racconti, abitudini di gente abituata a vivere e a divertirsi in modi diversi ,con le proprie storie, felicità e tristezze. E' una cosa che noto nel latin(di cui non me ne intendo mica tanto) nell'afro(meno per fortuna) nel jazz, nel blues...ma anche nel rock e in tutt'altro.
Spesso ho l'idea sentendo la musica di oggi...che questa sia coperta da mille altre cose che non la fanno respirare e non la fanno essere musica al 100%...rispetto a cose che sento del passato(neanche troppo passato)...sarà perchè i generi "moderni" affondano le loro radici in quel periodo...ma è sempre più difficile sentire cose nuove , musicali, vitali e fluide...a volte risultano un po' opache. Forse mi sbaglio. O forse è una caratteristica dei nostri tempi.
Ciò non toglie che c'è comunque tanta gente in giro competente, che sa quello che fa e lo fa da dio...tanti musicisti bravi e preparati...e le cose belle ci sono per carità. Ma fanno fatica...ed è sempre più raro sentire qualcosa che ti fa esplodere dentro...nuovo, ma familiare allostesso tempo. Ho purtoppo l'impressione che il gusto, le idee e...soprattutto le cose da dire e la voglia di dirle arrivano sempre dopo anni e anni di sterile studio tecnico. Sto un po esagerando per carità..la tecnica ci vuole e pure tanta, tantissima, le cose da dire si possono dire anche dopo tanti anni....ma secondo me sono quelle il punto di partenza e non il punto d'arrivo.
Ciò non toglie che sono convinto che nasceranno ancora grandi geni della musica, autentici, innovatori e geniali.

:;):

zumbi
Messaggi: 146
Iscritto il: mer ago 22, 2007 11:05 pm
Località: pianeta terra
Contatta:

Messaggioda zumbi » mar feb 12, 2008 5:17 pm

pace e ritmo!
sono daccordo in generale anche se non posso, cosi come sbiccy, entrare nel merito dell'analisi specifica di sebastiano.
il discorso si applica a tutti i generi con poche, rare eccezioni.
direi che ci sono due ordini di motivi.
un primo e' artistico-commerciale: un tempo c'era piu' spazio per la creativita' musicale, una radio americana, per esempio, poteva programmare un brano di coltrane seguito, per da uno di jimmy hendrix, e poi santana, miles davis, i led zeppelin, mongo santamaria... tutto in un unico programma e tutto con un unico dj.
oggi una cosa del genere e' impensabile (con rare eccezioni) quando le radio sono strettamente divise in "generi" e le playlist di pochi brani e sempre gli stessi sono dettate dalle case discografiche e non dai gusti del dj.
e le case discografiche, in ogni genere, non incoraggiano e premiano la creativita' e ricerca ma la vendibilita' (che spesso vuol dire banalita').
l'altro ordine di motivi e' di natura tecnica ed ha a che fare con le tecniche di registrazione, mixaggio e mastering:
un tempo si registrava tutti insieme in un unico ambiente e quindi il controllo dinamico del proprio strumento (soprattutto per batteristi e percussionisti) era indispensabile per evitare il "bleeding" nei microfoni altrui. quindi si aveva un batterista come art blakey, capace di swingare con grande intensita' anche ad un volume molto basso sotto un solo di contrabasso.
oggi, ogniuno nella sua cabina con la sua cuffia, si puo' suonare a tutto volume qualunque tipo di fraseggio e poi ci si pensa nel mixaggio a bilanciare.
chiaramente suonare tutto forte e' piu' facile che suonare con una gamma dinamica e quindi anche' il presunto "progresso" tecnico sarebbe da rivedera alla luce di questo.
poi in fase di mixaggio e mastering si tende ad ottenere il piu' alto volume possibile con la minor gamma dinamica (differenza tra il suono piu' forte e quello piu' piano in un dato brano) possibile per essere piu' "appariscenti" quando suonati per radio o in un club.
quindi intensita' e tiro diventano sinonimi di volume e il gruppo dal vivo deve mantenere quel livello a cui il pubblico e' abituato a sentirlo nei dischi o per radio.
se un amico mi parla sempre con il massimo volume di voce possibile io mi stanco presto di ascoltarlo e le storie, magari interessantissime, diventano piatte...
quindi non si cerca piu' di raccontare una storia con il proprio strumento ma di catturare e mantenere l'attenzione del pubblico con mitragliate di note alla massima velocita' e volume possibili.
una importante e piacevole controtendenza arriva da molti grandi artisti africani (salif keita, mory kante, youssou n'dour tra gli altri) che negli anni recenti' sono ritornati a sonorita' piu' acustiche rendendosi conto che queste permettono una molto maggiore gamma espressiva.

patatino
Messaggi: 87
Iscritto il: mer mag 04, 2005 1:58 pm
Località: Napoli

Messaggioda patatino » mar feb 12, 2008 5:22 pm

è vero,pur non conoscendo a fondo la musica cubana, i miei congheri preferiti sono i "vecchi" meno tecnica e più cuore,più passione, qualche tocco magari un po sporco ma proprio per quello più bello e più umano. Un saluto a tutti dalla variopinta Napoli :D

Sebastiano
Messaggi: 1137
Iscritto il: mer mar 29, 2006 9:46 am
Località: Sassari

Messaggioda Sebastiano » mar feb 12, 2008 5:41 pm

Condivido con Zumbi: la dinamica è un'anima importante della musica, fondamentale; condivido anche il discorso di Sbiccy, e aggiungo che ho a volte l'impressione che ciò che si doveva dire in musica sia stato già detto, che la creatività sia ormai ridotta al lumicino.
In altre parole, i classici "capelli dritti" ascoltando un disco o un concerto sono per me un discorso ormai lontano.
Sebastiano

zumbi
Messaggi: 146
Iscritto il: mer ago 22, 2007 11:05 pm
Località: pianeta terra
Contatta:

Messaggioda zumbi » mar feb 12, 2008 6:11 pm

pur condividendo il fatto che la stagione d'oro della musica, perlomeno in alcuni generi, sembra passata, non sarei cosi' del tutto pessimista come sebastiano:
un artista' come anga', purtroppo cosi' prematuramente scomparso, ha puntato il dito con il suo "echu mingua" verso una fusione del tutto nuova di stili e soprattutto di emozioni.
stessa cosa fanno in brasile artisti come carlinhos brown, lenine e molti altri.
in jamaica, dove la musica e' ancora l'espressione popalere delle masse ed il sistema di potere delle case discografiche conta relativamente, escono ogni giorno artisti nuovi e pieni di talento.
per non parlare dell'universo africano che sembra essersi appena affacciato alla sua stagione piu' fertile...
la musica non potra' mai aver detto tutto finche i cuori batteranno, i fiumi scorreranno, gli uccelli canteranno...
a volte, ciclicamente direi, ci sono momenti di (relativo) stallo in cui bisogna riordinare le idee per poi rimettersi in marcia.
pace e ritmo!

Sbiccy
Messaggi: 427
Iscritto il: ven set 02, 2005 10:07 am

Messaggioda Sbiccy » mar feb 12, 2008 9:41 pm

Sono profondamente convinto che in musica ci sia ancora tantissimo da dire!
Leggendo il primo post di Sebastiano anche a me era venuto in mente il mitico Anga Diaz come esempio di un innovatore non proprio della vecchia scuola ma sicuramente illuminato.
E sono convinto che alla creatività non c'è mai fine ed un sacco di persone ci credono e lavorano in questo senso.
Solo che a volte mi colgono dei brevi periodi di sconforto rendendomi conto delle tante cose spente che ci sono in giro...e non solo in musica purtoppo.

nikmm
Messaggi: 776
Iscritto il: lun apr 15, 2002 3:10 pm

Messaggioda nikmm » mer feb 13, 2008 9:22 am

Ciao.Nb: sei ancora arrabbiato ?
Che ci vuoi fare...il mondo cambia e i giovani non vogliono piu' sentire quello che ascoltavi tu nel lontano......
E' cosi' per tutti i generi musicali.
Ultimamente sono entrato in un gruppo che fa acid jazz ( incognito ecc..) e ti assicuro che i 20/25 enni non sanno chi siano.E parliamo di musica degli anni 90 .

shaddy
Messaggi: 3309
Iscritto il: mer giu 25, 2003 10:03 am
Località: Modena/Reggio Emilia
Contatta:

Messaggioda shaddy » mer feb 13, 2008 10:06 am

Complimenti Seba, ecco un altro post interessante che si presta a svariate riflessioni.
Personalmente credo che ai grandi Maestri e Pionieri dello Strumento come quelli citati da Sebastiano, tutti i Percussionisti e i Congueri del mondo debbano senz'altro tanto, per non dire tutto, dal momento che sono stati i primi in tante cose. Ma è vero anche che, per fortuna, lo Strumento non si è fermato a loro. Si è evoluto raggiungendo livelli non solo Tecnici, ma Musicali, Solistici, Melodici e Creativi che fino a qualche anno fa non si sarebbero nemmeno potuti immaginare.
A mio modesto avviso, ad oggi, esistono fior di Percussionisti, tutt'altro che "aridi", in gradi di praticare fraseggi, ritmiche e accompagnamenti di alto livello tecnico e Musicale e di farlo con gusto e dando grande sapore a quello che fanno. Quello che per molti è un "appiattimento tecnico", per quanto mi riguarda è in realtà il raggiungimento di un "traguardo tecnico", che permette ai Percussionisti di esprimere sia fraseggi e tecniche di altissimo ivello e difficoltà, sia, all'occorrenza, un linguaggio più semplice e primordiale nello stile dei grandi Tata, Patato ecc. caratterizzato da fraseggi spesso tanto semplici quanto affascinanti persino nella "sprecisione" che talvolta, inevitabilmente, scaturiva, trasformandosi in groove.
Poi, che, parlando più in generale, la Musica Cubana commerciale sia arrivata ad un livello di aridità ed appiattimento assoluto è inconfutabile, basta ascoltare le produzioni e le proposte odierne di quelli che un tempo sono stati i grandi gruppi storici, per rendersi conto di quanto siano cambiati i tempi, ma questo lo avevo già scritto in un post di 2 anni fa dopo che avevo assistito ad un concerto de "Los Van Van".
Questo però è un altro discorso, che, a mio avviso, andrebbe tenuto separato dallo Strumento Congas e dalla sua altrettanto inconfutabile evoluzione tecnica e stilistica (che nulla toglie, ma anzi semmai aggiunge) al livello e alla qualità delle esecuzioni dei moderni Tumbador.

Sha' :;):




Edited By shaddy on 1202897721
Shaddy

Ag vol dal capes...

Sebastiano
Messaggi: 1137
Iscritto il: mer mar 29, 2006 9:46 am
Località: Sassari

Messaggioda Sebastiano » mer feb 13, 2008 11:21 am

Mah, il discorso è complesso, e riguarda a mio parere una trasformazione culturale tipica dell'era in cui viviamo; non sono sicuro che non ci sia una correlazione tra il discorso dell'evoluzione della conga e quello della musica popolare cubana in crisi di identità; a mio parere quando si mettono troppo in secondo piano le radici culturali alla base di un genere musicale ( o della tecnica di uno strumento), si corre sempre il rischio di una forma di alienazione.
Quanto al discorso che riguarda i percussionisti che, pur essendo adesso in possesso di un grosso bagaglio tecnico, riescono ad avere le capacità espressive dei vecchi leoni, beh, non ne conosco molti.
Faccio un esempio pratico: un tempo per solo di congas si intendeva il momento in cui, dopo il tipico stacco di fiati e ritmica, su un ipnotico montuno del piano e del basso accompagnati dalla campana del bongosero e del timbal, il tumbador fraseggiava, con a disposizione un tot di battute per esprimere un discorso che era frutto della propria personalità, del senso musicale del brano in questione, del proprio stato d'animo e dell'interplay con gli altri musicisti; si raggiungevano spesso vette di godimento puro, di grande comunicativa, perchè quello che si sentiva era molto spesso un discorso compiuto e ben intellegibile. Adesso sovente si sentono fraseggi a velocità iperbolica, spesso inintellegibili, a volte slegati dai fattori che prima ho indicato, frutto sicuramente di anni di studio, ma che mi annoiano profondamente; mi fanno l'effetto, tanto per spiegarmi, di quelle persone che, pur non avendo gran profondità di pensiero. hanno una parlantina esuberante, e ti subissano di paroloni e discorsi poco chiari, magari con tale velocità che non si riesce ad intenderne il significato! E aggiungo anche che il solo di congas (come pure quello di batteria, o di Djambè, o di cuica, o di testate sul muro...) senza una base ritmica sotto, in genere mi annoia! Orrore, si, lo ammetto, alle volte ci si deve sorbire due o tre minuti di Moulinex gratuiti senza sapere dove si vada a parare...adesso l'ho detto, ho fatto il mio Outing!
Comunque penso che questo discorso si ricolleghi ad una questione più generale, che porta attualmente ad una fruizione della musica meccanica e superficiale: siamo subissati di informazioni di tutti i generi, di prodotti musicali e non, col risultato che sono lontani i tempi in cui, una volta acquistato il nostro bel LP (inteso come disco...) potevamo ascoltarlo e conoscerlo in ogni sua traccia, ed informarci anche su quanti rutti aveva fatto dopo cena tale o tal'altro musicista....
Adesso si scarica tutto da internet, e il fatto stesso di non possedere più l'oggetto disco porta ad uno svilimento del valore stesso dei prodotti di cui usufruiamo, forse, con troppa facilità e disinvoltura.
So già che Nik (ma sei ancora arrabbiato?) attribuirà queste mie valutazioni all'età, ma lo metto in guardia... la cura della prole porterà anche te più presto di quanto immagini ad un precoce rincoglionimento!
Sebastiano

mario(ex tecnica)
Messaggi: 284
Iscritto il: sab mar 10, 2007 1:56 pm
Località: genova

Messaggioda mario(ex tecnica) » mer feb 13, 2008 11:35 am

in realtà non possiamo sapere quale potrà essere il futuro per la musica in generale....diciamo che l'aspetto tecnico è sempre più importante e ricercato e grandi personaggi come giovanni ed angà lo hanno applicato alla loro tecnica (del resto uno era allievo di changuito e l'altro della scuola di tata)
ottenendo a mio parere ciò che di meglio si possa ascoltare fra i tumbador moderni (e a me personalmente piace molto)....
loro sono quelli che hanno ricalcato le orme dei primi maestri;
chiunque lo faccia è sicuro di fare belle cose , non solo per l'uso della tumba ma in generale dal singolo strumento alla ricerca del suono di una determinata band ,orchestra ,combo ecc....questo ci rimanda al timore di seba per il quale in musica sarà difficile ottenere ancora qualcosa di fresco a livello degli "albori".....infatti il compianto angà aveva cercato la via della sperimentazione(con grande gusto e concetto) e giovanni segue quella della tradizione ed altri ancora fanno altre cose molto belle......non rimane altro che imitare al meglio quei suoni?con varianti ,tecnica ,fantasia fusioni? per ora credo di si , credo sia nella naturale evoluzione della musica seguire al meglio un corso in attesa che da questo nasca poi il colpo gobbo o colpo di genio....
ciao
mario

mario(ex tecnica)
Messaggi: 284
Iscritto il: sab mar 10, 2007 1:56 pm
Località: genova

Messaggioda mario(ex tecnica) » mer feb 13, 2008 11:51 am

ooops, e grandi personaggi come giovanni ed angà lo hanno applicato alle loro profonde conoscenze della musica cubana
mario

zumbi
Messaggi: 146
Iscritto il: mer ago 22, 2007 11:05 pm
Località: pianeta terra
Contatta:

Messaggioda zumbi » mer feb 13, 2008 2:06 pm

sebastiano ha toccato un punto importantissimo: il solo deve raccontare una storia.
non ha caso nel topic dedicato alla scomparsa di tata guines, sul forum in inglese, e' citata parte di un intervista in cui grande tata diceva proprio questo: oggi si sentono raffiche di note sparate in ogni direzione e non piu' storie raccontate nella loro compiutezza.
questo accade anche nella danza (anche da parte di alcuni ballerini cubani) dove passi acrobatici "circensi" e poco collegati alla musica la fanno sempre di piu' da padrone. certo strappano l'applauso o l'ooooohhhhhh della gente cosi come i rulli 1001bpm ma cosa lasciano?
spesso si sente passare da un esercizio all'altro con sicuramente grande perizia pulizia e precisione ma in quanto a contenuto...
l'esempio di sebastiano su chi parla a raffica con tanti bei paroloni ma dice poco, e' assolutamente quello giusto: la tecnica e' il vocabolario, ma bisogna senz'altro avere qualcosa da dire.
preferisco sentire poche parole SINCERE e ben dette che tutti i paroloni a cui politici ed imbonitori vari ci hanno abituati.
sono anni di apparenza piu' che di sostanza e questo, inevitabilmente, si riflette anche nella musica.
secondo me anga' rappresentava il meglio nell'evoluzione della tumbadora perche', saldamente radicato nella tradizione afro-cubana e nella scuola di tata, aveva ragiunto livelli tecnici incredibili ma i suoi soli erano sempre nel groove, ballabili e raccontavano una storia; parlavano proprio, direi.
lo stesso varrebbe per giovanni -che oltre l'ovvia maestria tecnica ha anche grande sensibilita' e musicalita'- se non fosse che, cimentandosi principalmente nell'ambito del latin jazz, si trova inevitabilmente in un territorio dove il virtuosismo la fa da padrone e quindi, avendo in termini di virtusismo due o tre cose da dire...
il problema e' nei tempi in cui viviamo, come dicevo, e' la societa' dell' occhio, del mordi e fuggi, del download al volo, della sovraesposizione di informazioni: tanto, tutto, troppo scorre davanti a noi e ben poco rimane...
pace e ritmo!

Sbiccy
Messaggi: 427
Iscritto il: ven set 02, 2005 10:07 am

Messaggioda Sbiccy » mer feb 13, 2008 3:23 pm

Daccordissimo con tutto.
E' proprio quello che volevo dire io....avere cose da dire! Secondo me è questo che spnge un musicista a voler divenire tale...anche se mi sa che oggi non è sempre così. Nei soli perussionistici questo discorso è evidente...dopo aver visto 10.000 soli di batteria mi viene quasi sempre da pensare...ma questi qua hanno qualcosa da dire? L'esigenza di raccontare qualcosa attraverso il mezzo a loro più congeniale per esprimersi in pienezza e libertà, cioè lo strumento che si è scelto di suonare? Avolte si, a volte no mi pare.
E' proprio questo il punto a cui mi riferivo parlando di musica opaca...è sempre più difficile sntire musica che RACCONTA...e questo dovrebbe fare secondo me, raccontare ed in modo sincero, tirare fuori il bello .il musicista dovrebbe aver voglia di essere il tramite per la musica...e farla parlare attraverso lui delle cose belle, vere e forti di noi e del nostro mondo. E' un discorso un po' banale, ma per me a tutti i livelli dovrebbe essere questo lo stato d'animo di chi suona...anche se ha appena iniziato e ha pochi mezzi e conoscenze .
Quando ascolto musica africana contemporanea...riesco ancora a sentirci dentro il sole...come quando ascolto i grandi del passato e della musica nera(che prediligo e parecchio). :;):


Torna a “Discussione aperta”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti