IL CODICE ETICO DELLA RUMBA - canto, quinto e clave nel guaguancò

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caballero
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Messaggioda caballero » mer mar 28, 2007 10:17 pm

Mi rivolgo direttamente a Sebastiano solo perchè è uno dei miei maestri ma, ovviamente, chiunque può intervenire e dare il proprio contributo allo sviluppo di un argomento che io giudico appassionante. Durante uno scambio di mail private tra me e Bigbamboo, ieri notte provavo a spiegare a quest'ultimo il rapporto tra quinto, cantante solista e clave all'interno del guaguancò e delle rumbe in genere; ho detto a Big che, innanzitutto, il quinto può improvvisare in totale libertà dando sfogo alla propria creatività e tecnica ma sempre senza perdere di vista i riferimenti della clave; perchè? perchè per esempio uno degli atteggiamenti più malvisti dentro una rumba è quello di un quintero che, preso da manie di protagonismo, si lascia andare a soli interminabili coprendo le parti cantate di coro e solista; in pratica il lavoro del quinto, oltre a dare colore e sapore all'esecuzione e stimolare i ballerini, è quello di riempire i vuoti lasciati dal canto. Siccome ho tutto abbastanza chiaro nella testa ma, ahimè, non so scrivere le parti dei tamburi, chiederei l'aiuto di Seb per spiegare nel dettaglio al buon Big i meccanismi del rapporto tra quinto e clave. Grazie a Sebastiano e a tutti quelli che vorranno contribuire.
piero

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio mar 29, 2007 7:09 am

Io posso contribuire volentieri, ma bisogna sempre tenere presente che il rapporto tra quinto e clave, così come il rapporto tra clave e canto, o tutti gli altri strumenti dell'armamentario della musica afrocubana, è complesso, non sempre inseribile in regole ferree e, soprattutto, difficilissimo da spiegare a parole, soprattutto a qualcuno che non ha lunga esperienza d'ascolto del genere specifico;
intanto ciò che hai detto sul ruolo del quinto è giusto, ma non è altro che un paradigma di ciò che dovrebbe fare ciascun buon percussionista e musicista in genere: cioè contribuire a valorizzare il discorso musicale comune piuttosto che promuovere esclusivamente se stesso! A Cuba non amano in genere l'esibizionismo musicale, le qualità del singolo devono essere al servizio del messaggio musicale: è molto meglio dare tre colpi giusti, con cuore e gusto, piuttosto che rullatone ipertrofiche che non solo non sottolineano ma coprono gli altri elementi della rumba.
Comunque il grosso problema è che un cubano nasce e cresce in un ambiente in cui la clave e la rumba si respirano, per cui acquisisce spontaneamente dei concetti che, se si devono studiare e imbrigliare in schemi predefiniti, diventano alquanto ostici.
Se noi vogliamo calarci in questo genere dobbiamo sostituire questo senso congenito del ritmo e della clave calandoci totalmente nella musica afrocubana e ascoltandola per molto, molto tempo, cercando di carpirne i segreti, anche a livello inconscio; è chiaro che esistono delle regole codificate che aiutano, dei colpi chiave, i cosiddetti colpi involontari del quinto, che vengono poi usati da altri strumenti (avete mai fatto caso che i riff dei violini delle charangas non sono altro che figure di quinto, spesso e volentieri?): tipici il levare dell'uno, del tre e del quattro della battuta forte e il levare del due della debole; usando sia abierto che tapao o pressionao in diverse conbinazioni questi colpi già indirizzano, completandoli con frasi più complesse che tendono in genere a esaurirsi all'inizio della battuta debole.
Comunque il lavoro vero da fare per capire il quinto è ascoltarne a tonnellate, in dischi in cui sia ben udibile e suonato bene, provare a memorizzare le frasi e il contesto in cui vengono inserite; guardate che imparare a suonare il quinto poi da una quantità enorme di repertorio di frasi da inserire nel tumbao o in mille altre situazioni, ma son frasi che, inserite in clave, funzionano e danno swing, non come certe cose che sento, che servono solo ad appesantire la musica.
Sebastiano

caballero
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Messaggioda caballero » gio mar 29, 2007 7:19 am

tra noi uomini rudi non c'è bisogno di scambiarci complimenti; mi limito a ringraziarti e a sottolineare l'ennesima prova di efficace sintesi :)
piero

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio mar 29, 2007 7:42 am

Come ulteriore precisazione voglio sottolineare che suonare il quinto è come parlare, ci deve essere una logica in quello che si dice, non ci si deve limitare ad unire varie parole o frasi, che potrebbero essere senza senso.
Infine, per quelli che non hanno capito cosa significa suonare in clave, vorrei cercare di spiegare che significa creare dei cicli di tensione-rilassamento governati dal ciclo della clave, non certo ripetendo i colpi di quest'ultima, ma inserendo appunto dei suoni in alcuni punti chiave che, per motivi forse imperscrutabile ma ormai solidamente sperimentati, funzionano!
Sebastiano

caballero
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Messaggioda caballero » gio mar 29, 2007 8:52 am

anche se non tocca la rumba nello specifico ma solo per avvalorare il concetto del percussionista virtuoso che si mette al servizio dell'orquesta, vi invito a cercare su Youtube il filmato LOS VAN VAN EN EUROPA trattasi di un filmato d'epoca della vecchia formazione dove si può ammirare un Changuito ancora giovane che per buoni 5/4 di esecuzione si limita a fare cascara e clave con un po' di colori, lasciando lo spazio minimo indispensabile per i soli; stiamo parlando di Changuito, l'ultimo grande rivoluzionario delle pecussioni! guardartelo e capirete che non c'e nessun commento da fare.
Per Seb: bisognerebbe farlo vedere a un giovane timbalero di nostra conoscenza
:angry: :angry: :angry:
piero

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio mar 29, 2007 9:28 am

Certi casi sono senza speranza!
Continuando il discorso di prima, un altro punto chiave di riferimento per capire come gira la clave in un brano è il levare del 4 della battuta debole; una nota messa lì anticipa l'uno della battuta forte ed è tipica di molte figurazioni, per esempio tumbao del piano nel son e nella salsa, campana principale della conga habanera etc etc.
Campana principale conga habanera 3/2:
-oo-x-x-o-o-xx-o
Sebastiano

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio mar 29, 2007 9:34 am

Nella figurazione di cui sopra c'è anche un altro colpo tipico, il battere dell'uno della battuta debole: anche questa è una nota che aiuta a capire il verso della clave; come vedete un pò in tutti gli strumenti c'è sempre un concetto comune.
Sebastiano

caballero
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Messaggioda caballero » gio mar 29, 2007 10:32 am

az e poggu ni sai!
piero

prieto
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Messaggioda prieto » gio mar 29, 2007 10:53 am

troppu toghi seddi!!!!!
cussì vi piazzi!!!
ha nò........
E' feddi di "bravi"
hasta pronto
Prieto

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Messaggioda caballero » gio mar 29, 2007 11:35 am

o prieto fai di bravu tu! che stai sempre guerreggiando con pavel a chi fa le rullate più lunghe???
piero

nikmm
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Messaggioda nikmm » ven mar 30, 2007 7:47 am

Ciao.Condivido quanto stato detto sinora.Impossibile spiegare a parole il fraseggio del quinto ,anche scrivendo nota per nota.
Ricordo che Milton Cardona,grande musicista e conoscitore del folklore,disse che se si trattava di suonare rumba,preferiva eseguire la parte del salidor anziche' del quinto.
Come sempre la musica non e' una pura questione di tecnica ma di gusto.
E in un genere " antico " come il folklore cubano non si puo' prescindere dalla tradizione visto che il feeling,il fraseggio sono tramandati da generazioni e sono perfetti cosi'.
Quindi ascoltare,ascoltare,ascoltare......

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » ven mar 30, 2007 8:57 am

Sono in molti a preferire il salidor, come ruolo da ricoprire nella rumba: il suono profondo e affascinante, la spinta di base che da al ritmo ( è il salidor che tira, insieme alla clave) e la notevole libertà di variazione di cui gode oggi spiegano bene questo fatto.
Sebastiano

el_niño
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Messaggioda el_niño » ven mar 30, 2007 10:42 am

Sebastiano ha scritto:Se noi vogliamo calarci in questo genere dobbiamo sostituire questo senso congenito del ritmo e della clave calandoci totalmente nella musica afrocubana e ascoltandola per molto, molto tempo, cercando di carpirne i segreti, anche a livello inconscio;

nikmm ha scritto:Quindi ascoltare,ascoltare,ascoltare......


Questo è il nocciolo della questione: una immersione totale, oltre che nella pratica, nel continuo ascolto.
L'analogia, per quanto possa presentare ovvi elementi di distinguo, è quella di chi venga a trovarsi, trasferendosi in un paese straniero, di fronte alla necessità imparare una nuova lingua; nella maggior parte dei casi non si dispone di un insegnante, si deve imparare per strada assimilando, il più possibile, un linguaggio quasi mai scandito per facilitarne l'apprendimento; conosco alcuni che abitano il nostro paese da oltre vent'anni e continuano ad usare solo l'infinito dei verbi, altri che alla fluidità di un italiano corretto hanno aggiunto anche l'inflessione dialettale tipica del posto.

Sicuramente, la passione musicale che spinge all'avvicinamento, anche piuttosto interessato, ad un determinato genere, è ben lungi dal poter essere paragonabile al bisogno di imparare una lingua che è, in alcuni casi, indispensabile.

Il percussionista che voglia padroneggiare il linguaggio della musica afrocubana, nella fattispecie quello del quinto, basilare anche per la giusta interpretazione del bongò e nei soli di timbal, deve aprire bene, oltre che il cuore, anche le proprie orecchie.
E' l'unico sistema che ha, oltre all'affancamento di un onesto insegnante, chi non può frequentare i "barrios" dell' Havana, per imparare a coniugare i verbi di un corretto fraseggio.
Piermario

caballero
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Messaggioda caballero » ven mar 30, 2007 10:53 am

non c'entra niente con questa discussione ma, siccome sono titolare del topic e voi appassionati di mangiare cubano, voglio parteciparvi che io e i miei collaboratori ci siamo fatti per pranzo: congrì con chicharrones e ropa vieja! Mmmmmmmm......:D
piero

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » ven mar 30, 2007 2:05 pm

Se un'altra volta cubano mangerai
spero che almeno il sottoscritto inviterai!
Sebastiano


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