yalla! ha scritto:Eccoci qui... pronti a rispondere agli appelli dei percuotisti d'italia... :p
M'hai chiamato? E mo' te risponno!!
Volevo solo puntualizzare un paio di cosucce: non è detto che il "vibratino" sia per tutto il diametro del tamburo: dall'esterno verso il centro sale di intonazione, dal centro verso l'esterno scende, volendo ci puoi giocare su sto fatto ma avendo metà strada da fare il suono è breve. Il fatto di inumidire naturalmente aiuta moltissimo, spesso se si suona già da un po' il palmo della mano è leggermente sudato, quindi potrebbe bastare passare il medio sull'interno della stessa mano per avere il dito umettato.
Incredibile, sono in disaccordo con mastro shaddy.. adesso mi toglie il saluto
però è verissimo che più l'intonazione è alta più è difficile far vibrare.
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A questo proposito mi piacerebbe sapere l'opinione di tutti quanti sull'uso del gomito, sia come suono che per stoppare la pelle: Hidalgo lo usa molto, ma secondo me è pura coreografia, sia il suono che lo stoppare si fanno benissimo in altri modi più rapidi e diretti (palmo soprattutto)... che ne pensate?
Ciao Yalla! Visto, saluto tutto ok!
L’unico problema è che non capisco dove siamo in disaccordo, dal momento che hai semplicemente aggiunto alcune considerazioni alla mia spiegazione e non contestato le mie affermazioni.
In effetti mi sono limitato a descrivere a Marquito il metodo più utilizzato dalla quasi totalità dei percussionisti per ottenere la vibrazione e credo di averlo fatto in modo abbastanza inconfutabile. Poi naturalmente ci possono essere stili o tecniche differenti o variazioni sul tema, ma dal momento che il 90% delle volte, quando vuoi eseguire quel suono, è per ottenere un effetto prolungato, ho pensato di partire dalla tecnica di base. Comunque se nel mio sistema c’è qualcosa di sbagliato sono ben felice non solo di saperlo, ma soprattutto di poterlo modificare o migliorare.
Per quanto riguarda il gomito si utilizza questa parte anatomica in quanto la caratteristica del suono delle Congas consiste nel perdurare qualche decimo di secondo e dunque l’osso a punta, che costituisce la fine del gomito, permette di modificare l’intonazione lasciando sfogare la nota anche stoppando leggermente la pelle.
L’utilizzo del polso, che per sua conformazione naturale è più piatto, permette si di modificare il “Pitch”, ma ottenendo una nota un po’ più breve e stoppata.
Inoltre col gomito riesci ad esercitare una pressione maggiore variando in modo più ampio e preciso l’altezza delle note.
Premetto che apprezzo Giovannino non tanto perchè sia il mio idolo, quanto perchè credo veramente che sia uno dei più grandi percussionisti che il mondo abbia conosciuto e che con il suo stile e la sua tecnica formidabile abbia contribuito a far crescere lo strumento sotto tutti i punti di vista. Aggiungo anche che tra i miei Congueros preferiti ci sono senz' altro Armando Peraza, Francisco Aguabella, Raul Rekow ecc. ognuno per differenti caratteristiche.
Detto questo, Hidalgo esegue una figurazione velocissima nella quale fa una specie di rullata prolungata alternando mani e gomiti e in questo caso in effetti il gomito è abbastanza ininfluente e dunque soprattutto coreografico, ma quando in assolo lo piazza per variare le note ed ottenere una frase melodica allora è non solo efficace, ma indispensabile.
Anche Rekow esegue spesso un 6/8 con 4 Congas nel quale alterna mani e gomiti in modo soprattutto coreografico, ma rimane il fatto che oltre ad essere sicuramente d’effetto le pause in corrispondenza dei gomiti sono quelle che conferiscono sapore alla figurazione.
Comunque tutti i grandi percussionisti utilizzano il gomito per variare l’intonazione delle note, soprattutto negli assoli e credo che rimanga non solo il sistema più corretto, ma soprattutto il più efficace e quello che da i risultati migliori dal punto di vista sonoro.
Approfitto del fatto che hai parlato del sudore delle mani per concludere con una considerazione che probabilmente potrà essere utile soprattutto a qualche Conguero più in erba.
Oltre ad asciugare le mani e le pelli tra un brano e l’altro, o magari anche durante il brano stesso ove la varie pause e silenzi lo consentano, suggerisco di tenere a portata di mano un po’ di farina da spargere di tanto in tanto sulla pelle o da strofinarsi tra le mani quando cominciano ad essere troppo sudaticce.
Questo perché le mani sudate e le pelli umide tolgono scioltezza all’esecuzione e penalizzano la velocità ed i movimenti.
E per fare un esempio di qualcosa che potrebbe sembrare coreografico, ma in realtà è molto efficace, d’estate quando devo suonare all’aperto sul tardi e magari le Congas sono montate dalle 6 del pomeriggio, a volte, nonostante il panno che le ricopre, le ritrovo cariche di umidità, sapete com’è in pianura padana è peggio che nella Foresta Amazzonica. Allora, dal momento che spesso asciugarle non basta cospargo le pelli di alcool e le incendio x qualche secondo. Dopo pochi minuti la pelle è perfettamente asciutta e, naturalmente intatta.
Evito di spiegare il sistema perché se a qualche neofita venisse in mente di provarlo non vorrei responsabilità sull’eventuale buco sulla membrana, o peggio rogo del palco con conseguente distruzione del locale a causa di un incendio devastante.
Ciao vecchio
Azz... ti ho salutato.
Shaddy