Consiglio sul martillo - ma come diamine....

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Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio nov 09, 2006 8:54 am

Per Sbiccy: non è che il bongò sia più "tipico"; il discorso a cui ti riferisci riguarda l'introduzione di tamburi nella musica popolare cubana, in particolare nel son; infatti già all'inizio del 900 nei generi che, secondo molti, sono gli antenati del son ( ma, secondo altri, sono ad esso paralleli), cioè Changui, Nengon e Suku Suku ( i primi due tipici dell'oriente di Cuba, il terzo dell'Isla de Pinos) comparve l'antenato dell'attuale bongò, che era esattamente come l'ha descritto caballero; successivamente il son passò all'Habana, si sviluppò e la strumentazione tipica divenne, già nel 910-915, il sexteto: clave, tres, chitarra, basso, maracas e bongò; la conga, derivata probabilmente da tamburi africani monopelle di area bantù chiamati Yuca, ma con costruzione a doghe che in africa non esisteva, si colloca ugualmente alla fine ottocento-primi novecento, ma è relegata all'ambiente del folklore ( conga, primi esempi di rumba) perchè ritenuta troppo nera e africana.
Il suo inserimento nella musica popolare risale agli anni trenta-quaranta con l'avvento del conjunto, e molti ritengono che il suo artefice sia Arsenio Rodriguez, leggendario tresero ceco che innovò in maniera straordinaria la musica cubana.
Quindi non è che il bongò sia piu tipico della conga o del timbal, ha solo origini differenti; dovete sapere che l'attuale sezione ritmica afrocubana con conga, bongò e timbal è nata da un evoluzione in cui formati orchestrali diversi, destinati a suonare musiche differenti e di origine eterogenea, si sono poi compenetrati; così il timbal viene dalla charanga francesa, che eseguiva il danzon e la contradanza ( e con lui il guiro), il bongò dal septeto di son e la conga dal folklore. Il discorso è lungo è complesso, spero di averlo sintetizzato bene!
Ultima notazione: in africa esistevano alcuni tamburi usati a coppie, in particolar modo nel magreb: può essere che siano dei progenitori del Nostro; il nome invece pare derivi dal Bonkò ( tamburo Abakua, quindi di origine Carabalì).
Sebastiano

Sbiccy
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Messaggioda Sbiccy » gio nov 09, 2006 9:36 am

Grazie molto chiaro ed esaustivo,sapevo di aver detto una mezza eresia...ma neanche troppo..grazie ancora!! :)

bali
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Messaggioda bali » gio nov 09, 2006 10:23 am

si denota grande la cultura dell'anonima. complimenti.
per i tamburi abakuà (si voleva dedicare lo spazio nel conga zine, ma penso che avrà cadenza annuale) il bonkò menzionato da sebastiano fa parte del secondo ordine degli strumenti abakuà che costituiscono il conjunto conosciuto col nome biankomeko, composto da quattro tamburi bonkò-enchemillà, biankomè, obì-apà, kuchi-yeremà,più due palitos, itones, una campana ekòn, e due sonajas, fatte tipo maracas, eri-kundi, in effetti è il nome più simile al bongò.
antonio

Sebastiano
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Messaggioda Sebastiano » gio nov 09, 2006 11:01 am

Bali, mi pare che anche il tuo apporto non scherzi!
Sebastiano

Sbiccy
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Messaggioda Sbiccy » ven nov 10, 2006 4:54 pm

Grazie ancora per i consigli...sono riuscito a risolvere qualche difficoltà,anche se devo ancora lavorare tantissimo il martillo e ancora non ho iniziato a studiarlo sulla clave(e confesso che ho un po' di paura!! :laugh: )

Comunque la soluzione al problema che mi assillava era talmente semplice ...che mi spaccavo la testa per niente!!!
Eseguendo il martillo( normale o "adattato" al genere) su brani non propriamente afro cubani,il mio problema era di riuscire a riprendere il ritmo in battere dopo uno stacco . Inutilmente mi ostinavo a volere ripartire sul primo movimento(a volte finendo il passaggio adirittura con una serie infinita di stoppati col pollice sul macho,in modo da avere il primo colpo già preparato per ripartire)..con pochi esercizi ho notato che facendo uno stacco di durata una battuta(o multipli) piu' 3/4 di battuta posso ripartire tranquillamente in battere sull'ultimo movimento,con il colpo sulla hembra non stoppato. Stesso discorso se faccio durare lo stacco una misura piu' 1/4 ,partendo col colpo non stoppato sul macho.
L'ostacolo principale che trovavo infatti era che il primo colpo del ritmo fosse stoppato e cio' mi limitava tantissimo nella spontaneita' dell esecuzione...cio' non toglie che esistano molteplici alternative e sia possibile riprendere il ritmo in qualsiasi punto anche in levare(e su questo mi sto ancora esercitando).
Pero' grazie ad un po' di lavoro ho capito l imporatanza d'interiorizzare il ritmo e la sua misura,in modo da poterlo gestire con piu' naturalezza.
Ovviamente ho bisogno di suonarlo molto e anche piano senza variazioni per assimilarlo bene...e spero d andare un giorno a lezione per poter crescere un po'. Grazie ancora! :;):

Sbiccy
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Messaggioda Sbiccy » ven nov 10, 2006 5:00 pm

In ultimo...una domanda un po' cosi' senza impegno: che differenza sostanziale c'e' tra i bongo' fatti con le doghe,dritti ed un po' coneiformi,rispetto a quelli che (mi sembrano) essere costituiti da un pezzo unico ed un po' piu' bombati??

yalla!
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Messaggioda yalla! » ven nov 10, 2006 9:28 pm

Eh, la differenza è sostanziale, enorme. Quelli conici con le doghe di differenti colori hanno le meccaniche tipo quelle della abtteria, da considerare assolutamente fallimentari in uno strumento dov c'è bisogno di parechio tiraggio: cedono al primo tentativo di accordatura seria. Lasciali perdere, anceh se il costo è allettante, non ne caveresti un suono decente.
Quelli invece cilindrici con il controcerchio sul lato aperto del fusto sono tati sviluppati proprio per rendere le meccaniche molto più solide e permettere tiraggi anche, volenoo, estremi. Naturalmente se di buona qualità. comunque anche questi ultimi sono di norma fatti a doghe, solo che non si nota. Trovarli a pezzo unico ("enterizo") è difficile, bisogna andare sugli artigianali o acquistarli "en la isla"!
Naturalmente non parlo del bongò de candela, strumento sicuramente interessante ma ben poco utilizzabile al di fuori di contesti strettamente folklorici.
:)
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Messaggioda yalla! » ven nov 10, 2006 9:32 pm

Miiiiiiiiii come sono dislessico (anzi disgrafico), perdonate gli strafalcioni.
Volevo aggiungere per completare il quadro storico che i primi bongò non erano saldamente attaccati al blocchetto di legno ma uniti con una striscia di pelle, si teneva il macho in mezzo alle gambe e la hembra "penzolante" all'esterno della coscia. Ed erano più grandi di quelli odierni. :)
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