Ovviamente non mi riferisco all’ ambito Afrocubano, per il quale è spesso utilizzato, ma ad altri generi più nostrani e moderni nei quali (soprattutto in contesti Acusctic/Unplugged magari in duo, trio o quartetto) risolve brillantemente molte situazioni, inserendosi alla grande e conferendo tiro, colore e groove.
Spesso si è tentati di pensare al Bongò in due direzioni, da un lato quella del classico “Martillo” (con variazioni annesse) da parte di chi lo utilizza nel contesto Afrocubano, o dall’altro quella del “cazzeggio/colore” da parte di chi lo acquista semplicemente perché “sono 2 simpatici Tamburelli dal suono piacevole e con i quali si può appunto cazzeggiare” e magari li chiama pure “Bonghi”.
In realtà quei due simpatici Tamburelli, se utilizzati in un certo modo, possono riservare sorprese tanto straordinarie quanto inaspettate.
Basti pensare anche solo al fatto che possono inserirsi egregiamente persino nello Swing/Jazz, magari corroborando, con un tessuto di suoni e colori, lo stesso accompagnamento della Batteria, oppure anche da soli, portando un Timing di tutto rispetto che in certi casi non fa sentire la mancanza di altri Strumenti.
O ancora si possono inserire nel Funky, (sia pari che Shuffle) anche in questo caso con patterns estremamente efficaci e “prepotenti”.
Naturalmente il “Martillo” nei Bongos merita un capitolo a parte, dal momento che per la versatilità e la natura stessa del pattern potrebbe essere quasi paragonato al “Tumbao” nelle Congas.
Con il Martillo, infatti, al di là dell’ovvio contesto Afrocubano, si possono accompagnare senza problemi Rock, Pop, Funky, Blues, Soul, Discomusic ecc.
In particolare nei Rock o nei Funky a velocità parecchio sostenuta conferiscono un tiro micidiale ed un sapore incredibile all’esecuzione, rivelandosi, in certi casi, molto più idonei persino delle Congas.
La nota dolente consiste nel fatto che richiedono un minimo di dimestichezza, manualità (o meglio “Ditualità” che non so se esiste come termine, ma rende l’idea!) esercizio e…”usta”.
Tra l’altro, come del resto succede per le Congas, fanno parte di quegli Strumenti che una volta che ne hai imparata la tecnica puoi applicarla ad altri Strumenti (come ad esempio la Darbukka) ottenendo risultati di tutto rispetto, ma che richiedono ovviamente studio, allenamento ed un minimo di conoscenza.
All’inizio ho parlato di contesti “Acusctic/Unplugged” ecc, perché in situazioni dove magari manca la Batteria, o comunque abbastanza “minimali” Duo, Trio, ecc. il Bongò può rivelarsi un alleato straordinariamente utile e fedele, capace di inserirsi in un mare di pezzi con classe, e carattere.
Il percorso per ottenere qualche risultato deve partire ovviamente dall’imparare ad eseguire i suoni di base (che sono tanti e soprattutto si possono ottenere in diversi modi) per poi applicarli imparando ad esempio il Ritmo base (appunto il Martillo) ed esercitandosi fino a quando si è in grado di portarlo in modo pulito a velocità abbastanza elevata.
Il passo successivo è un po’ più complicato, perché i Bongos, sempre per loro natura, sono uno Strumento che ha meno regole fisse rispetto alla Congas, ma questo non è necessariamente un vantaggio!
Questo perché se da una parte possono lasciare al Percussionista maggiori possibilità espressive “a sentimento”, dall’altra trovano la necessità di avere un minimo di gusto, tecnica ed esperienza da parte dello stesso.
Naturalmente sto sempre parlando al di fuori del contesto Afrocubano, dunque farò un esempio di quello che intendo parlando dello Swing.
Se infatti vogliamo accompagnare un brano Swing, di media velocità, con le Congas, in un contesto nel quale è presente un Batterista, potremo semplicemente eseguire il classico “Tumbao Sincopato” limitandoci a qualche sporadica variazione di Pattern o a qualche “fill”, ma portando avanti il tutto nel modo più pulito e semplice possibile. Il Batterista dal canto suo se è intelligente, sa quello che deve fare ed ha un minimo di esperienza, eviterà quei tanto fastidiosi quanto inutili colpi sui Tom in corrispondenza dei nostri “Aperto sulle Congas”, ma lavorando di “rifinitura” magari sul rullante.
Nel caso invece, in quello stesso brano, vogliamo inserirci con i Bongos allora le cose cambiano, perché possiamo farlo con alcuni Pattern di base (non tutti insieme, bensì scegliendone uno in base al nostro gusto e al brano che stiamo accompagnando) ma allo stesso tempo “lavorando” (e non Cazzeggiando) con qualche variazione o colpi di rifinitura che spesso magari non richiedono una tecnica sopraffina, ma una mezza tonnellata di gusto, unitamente ad un quintalino di esperienza, al fine di non sciupare l’atmosfera del brano. In questo caso anche il Batterista può e deve lavorare diversamente utilizzando i Tom, e magari limitando un po’ le rifiniture dal momento che ci sono già i Bongos a creare una trama ed un tessuto misto di ritmo e colore.
Consiglio dunque (sempre a chi volesse utilizzare lo Strumento seriamente e con la famosa “usta”) di non prenderlo sotto gamba, ma di guardarlo ed utilizzarlo con il rispetto che merita, non solo perché è uno Strumento Musicale e tutti gli Strumenti Musicali meritano rispetto, ma perché in quei due Tamburelli attaccati dall’aria apparentemente innocente si nasconde un mondo fatto di potenza e di groove che aspetta solo di essere liberato per mettersi “nelle vostre mani”.
Sha’
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