Credo in particolare che potrebbe essere utile scambiarci un po’ di info su come ognuno di noi affronta quella che è senz’altro la parte fondamentale del percorso tecnico/didattico.
Le domande che più spesso sorgono in merito all’argomento sono:
“Come” e “Quanto” allenarsi? E a queste si affiancano spesso altri 2 quesiti: “Cosa” allenare e “Su cosa” allenarsi?
In effetti l’impostazione delle sessioni di allenamento, che possono essere quotidiane (per i più assidui, fortunati, o volenterosi) o più o meno sporadiche (per chi ha poco o meno tempo o magari un po’ meno voglia di mettersi sotto a lavorare) è molto importante, così come è importante tenere conto di un fattore che risulta fondamentale al fine di ottenere dei risultati: la disciplina.
Una cosa che dico spesso ai miei allievi (un po’ scherzando, ma non del tutto) è: “Se non ti rompi le palle non stai studiando nel modo giusto!” Con questo intendo semplicemente che purtroppo, spesso, la noia di certi esercizi e la voglia di passare subito (troppo in fretta) ad altro è nemica di un buon allenamento. Col risultato che ci si ritrova a non saltarci fuori su certi colpi o certe tecniche, ecc. e magari si da’ la colpa all’estrema difficoltà di quell' esercizio o di quella tecnica, anziché al solo ed unico vero colpevole: noi stessi. Gli esercizi infatti vanno eseguiti per molto, molto tempo, se necessario per ore, fino a quando non si sono assimilati suoni, tecniche pattern ecc. Se prendiamo ad esempio una delle tecniche più difficoltose da mettere in pratica, i cosiddetti “Doppi Colpi”, ci rendiamo di aver di fronte una tecnica alla quale bisogna dedicare ore, giorni e mesi interi, per poter arrivare a dominarla e a metterla in pratica. Ho preso ad esempio i Doppi colpi perché spesso proprio su questi mi rendo conto che i ragazzi hanno maggiori difficoltà e faticano a saltarci fuori semplicemente per la mancanza di costanza e di impegno assiduo.
Ma questo è solo un piccolo esempio della mole di ritmi, tecniche, colpi e fattori accessori che bisogna allenare per poter arrivare a suonare come si deve e a dominare lo Strumento.
Basterebbe stilare una lista di cose sulle quali ci si dovrebbe allenare per rendersi conto che potrebbe non bastare una vita per affrontarle tutte come si deve:
Impostazione, Scioltezza, Velocità, Potenza, Pulizia, Tocco, Dinamica, Precisione, Precisione nell’accompagnamento, Indipendenza, Ritmi, Stacchi, Assoli, Fill, Spostamento delle Braccia sui Tamburi, Groove, Timing, Interpretazione, Creatività, Fantasia, Linguaggio, Suono, Divisione mentale, Tenuta fisica, Trilli, Frizzi Lazzi … ecc.
Alla luce di questo credo che la domanda più logica sia: “Come suddividere tutte queste cose nel Poco/Molto tempo che si ha a disposizione?
Credo che per tentare di dare una specie di risposta si potrebbe partire dalla fine, e cioè domandandosi: dove vogliamo arrivare? Qual è il nostro scopo? Cosa vogliamo ottenere da noi stessi e dal nostro splendido, meraviglioso, amatissimo, ma anche complicato e difficile Strumento?
Ecco, partendo da questo si potrebbe iniziare a “scremare” un po’, cercando di capire quale potrebbe essere la strada da seguire per arrivare ad ottenere il risultato che ci siamo prefissati.
Per cominciare bisogna Partire dal presupposto che la tecnica di base è fondamentale a prescindere da qualunque sia l’obbiettivo finale.
I suoni delle Congas sono esattamente come le Note di un Pianoforte, di un Sax o di una Chitarra, devono essere ben nette e distinguibili. Se un Pianista deve suonare una frase che contiene una successione Re, Fa, Sib, Do, Mi, La, colpirà i tasti giusti per far sentire bene questa successione di note, così come se dovesse eseguire un accordo di Do7, suonerebbe contemporaneamente DO-MI-SOL-SIb. Se si sbagliasse e inserisse un Si naturale salterebbe fuori un DO7+, e nel caso stesse suonando un Blusone “strappamutande” l’accordo potrebbe stridere un pochettino. Ho fatto questa premessa semplicemente per dire che l’Aperto, lo Slap Chiuso, lo Slap Aperto, il Basso, il Palmo, le Dita, il Pressato ecc, sono note, esattamente come Do, Re, Mi, Fa, ecc. E sono note che devono essere eseguite in modo pulito e preciso, per aiutarvi a rendere ben comprensibili i Ritmi e le Frasi che state eseguendo. Se il suono non è buono la gente non comprende cosa state facendo e quello che volete dire.
Dunque prima di tutto bisogna allenare, per ore, giorni e mesi, il Suono, I Colpi, il Tocco e la Pulizia. Naturalmente però non si può stare ore giorni e mesi ad allenare i suoni… e basta, perché altrimenti non solo vi rompereste le palle, ma avremmo anche una brusca impannata nella statistica dei suicidi…! Ecco che allora possiamo cominciare a dividere i compiti e le priorità, decidendo quanto tempo dedicare ai Colpi singoli fine a se stessi, e quanto a mettere in pratica quegli stessi colpi eseguendo dei Pattern o delle Figurazioni.
Una volta acquisita una buona padronanza e pulizia dei colpi si passa o agli step successivi, cercando di capire cosa si vuole arrivare a fare: limitarsi ad apprendere quel tanto che basta per divertirsi con gli amici intorno al fuoco o per fare qualche seratina, senza troppe pretese, nella piazzetta del paese (allora basta 1 quarto d’ora di allenamento la settimana) oppure iniziare ad approfondire lo studio della tecnica in modo più o meno mirato a quelli che potrebbero essere obbiettivi finali più o meno importanti o professionali, come ad esempio imparare a suonare ad un certo livello potendo affrontare a 360° un po’ tutte le situazioni Musicali e professionali, o anche solo limitarsi ad una buona conoscenza di base, per mettere in pratica correttamente la tecnica inserendo lo Strumento in un set multipercussionistico. A prescindere da quello che sia lo scopo è comunque importante metterlo a fuoco per poter pianificare correttamente le sessioni di allenamento.
Tornando alle domande iniziali Cosa? Come? ccc. a questo punto possiamo dividere il tutto in altri 2 tronconi:
1 l’allenamento di qualcosa che ci serve in quel momento specifico (ritmi, pattern, tecniche)
2 l’allenamento di qualche colpo o tecnica che ci creano maggiori difficoltà o che proprio non vogliono riuscire (vedi ad esempio Slap o Doppi Colpi).
Nel primo caso può capitare che al Percussionista venga chiesto di andare a suonare con un certo gruppo, che fa un certo genere, e dunque durante le sessioni di allenamento si può dedicare più tempo in quella specifica direzione.
Nel secondo caso, per semplificare, ho fatto l’esempio di Slap o Doppi Colpi, ma possono essere tantissime le situazioni (anche a seconda del livello di ognuno) che possono richiedere un allenamento più assiduo in una certa direzione. In pratica, può succedere che suonando, o vedendo o ascoltando qualcun altro suonare, ci si renda conto di avere una carenza o una lacuna o di non essere in grado di mettere in pratica una certa tecnica, un ritmo, un fill, un passaggio, un fraseggio ecc. Ecco allora che bisogna mettersi di buzzo buono e cominciare a studiare quella tecnica, quel ritmo, quel fill, quel passaggio, quel fraseggio fino a quando non si arriva a dominarlo e a “farlo proprio”. Per farlo ci possono volere pochi minuti, come molte ore o (perché no?) persino giorni, ma solo una volta ottenuto lo scopo potremo dire di aver fatto un buon lavoro e di aver messo a frutto come si deve la sessione di allenamento. E a quel punto la soddisfazione sarà veramente grandissima.
In effetti uno dei nemici più grandi dell’allenamento (dopo i vicini di casa e gli spazi angusti) è senz’altro la mancanza di Tempo, non inteso come Tempo Musicale, ma Tempo in termini di ore da poter dedicare alla pratica. Ecco che allora è importante sapersi organizzare suddividendo in modo corretto e coscienzioso il poco tempo a disposizione. Se si hanno 3 ore al giorno si possono suddividere senza problemi, ma se si ha una sola ora allora ecco che può essere un problema, dunque si possono dividere i giorni, assegnando ad ogni giorno lo studio di qualcosa di diverso, in modo da portare avanti tutto con ordine, disciplina e un minimo di logica ad esempio dedicando un giorno ai ritmi, un altro alla tecnica, un altro all’accompagnamento, un altro all’indipendenza ecc. Tenendo presente che i Percussionisti hanno un vantaggio rispetto ad altri Musicisti, e cioè possono continuare ad allenarsi anche senza Strumenti, bastano le Mani e una superficie, che possono essere un tavolino, come le gambe, come il cruscotto della macchina, o il bancone di un Bar. Magari potremo fare anche solo dei gran "Manoteo", ma l’importante è non smettere mai di muoverle e fare esercizio, soprattutto per sviluppare la scioltezza.
Un altro punto importante è senz’altro “Su Cosa Allenarsi”?
Sì, perché è importante allenare la tecnica, ma è altrettanto importante allenare la precisione, il timing ecc. sulla pratica e mettendo in pratica le cose tecniche che si imparano man mano.
Dunque le cose “su cui e con cui allenarsi” possono essere sostanzialmente 3: Il metronomo, Le Clave, e la Musica reale.
Il Metronomo è un ottimo mezzo per allenare la precisione e consiglio di abituarsi ad utilizzarlo sia a Tempo, che in Controtempo, accompagnando e seguendo i Clik in Battere, ma anche in levare, pratica utilissima. Apro una parentesi per sottolineare che è molto importante tener conto, sia col metronomo che con la Clave, che lavorare a velocità molto basse aiuta maggiormente ad educare la precisione e il Groove.
Le Clave (tutte le Clave 3/2, Rumba e 6/8) sono un altro mezzo da utilizzare per allenarsi, non solo perché sono la base e il denominatore comune della Musica Afrocubana, ma perché possono essere considerate un “metronomo complicato”. Un conto infatti è seguire un Clik che presenta una successione regolare di colpi, un altro è allenarsi ad individuare il “Tempo” in una successione di colpi non regolari, complicata e, per taluni, soprattutto per i neofiti, talvolta “fuorviante”.
Ho sottolineato “tutte le Clave” perché spesso si tende ad utilizzare solo la 3/2, mentre è importantissimo lavorare anche sulla Clave di Rumba, che ha un movimento sincopato, e sulla Clave di 6/8, non di semplice intuizione (questo ovviamente dopo aver imparato e lavorato sui 6/8).
Prima di passare alla Musica reale, vorrei consigliarvi di provare ad utilizzare come “metronomo” solo il Tumbao della Cassa o del Basso, movimenti tipici della Salsa. Riuscire ad acquisire un buon Timing accompagnando i movimenti di Cassa o Basso infatti è senz’altro un’operazione non semplice, ma che vi permette di rafforzare l’istinto e le basi nell’accompagnamento.
Naturalmente per tutto questo sarebbe utile munirsi di una Batteria elettronica, sulla quale potrete programmare Metronomo, Clave, Tumbao, Ritmi, Pattern ecc. Modificando in base alle esigenze del momento la velocità di esecuzione.
Passando in fine alla “Musica reale” credo che sia senz’altro una pratica fondamentale, perché è quella che dovrete, prima o poi, arrivare ad accompagnare, ma soprattutto imparare ad accompagnare, dunque è importantissimo dedicare una bella fetta di tempo anche all’accompagnamento di brani che possono essere Latini, come Jazz, Rock, Funky, Fusion ecc. Tra l’altro, per certi versi, può rivelarsi senz’altro la parte più divertente dell’operazione.
Un’altra cosa basilare per ottimizzare le sessioni di allenamento consiste nel Registrarsi e Riascoltarsi. Attraverso questo processo, potete avere un mare di informazioni in merito a voi stessi, se siete precisi, se il tocco è buono, se il suono è pulito, se avete un buon groove, senza contare le informazioni sull’intonazione e il suono dei vostri Tamburi ecc.
E’ importante cominciare presto ad allenarsi mettendo in pratica le stesse cose sia a Destra che a Sinistra, motivo per cui è bene prendere in considerazione al più presto un set con 3 Tamburi, in modo da non lasciare indietro una parte fondamentale di voi stessi. A quel punto, una volta che si cominciano ad affrontare ritmi e tecniche che prevedono lo spostamento sui Tamburi, si potrà lavorare mettendo in pratica Pattern, Groove o Fraseggi sia verso destra che verso sinistra. Scegliendo, al contrario, di lavorare solo su 2 Tamburi, si rischierà di trovarsi in seria difficoltà, quando prima o poi si deciderà di inserire il 3° Tamburo nel set, dovendo ricominciare tutto da capo.
Una volta arrivati ad un certo livello, si potrà parlare di “allenamento avanzato”, cioè di un allenamento non più rivolto solo all’apprendimento della tecnica o dei suoni, ma alla ricerca di un proprio stile e di un proprio linguaggio, pratica strettamente legata ai Fraseggi, ma soprattutto agli Assoli, che sono la “bestia nera” di molti ragazzi e di molti Percussionisti. Tra l’altro è proprio affondando gli assoli, e dunque le cose virtuose e complicate, che ci si rende conto veramente dei propri limiti e delle lacune soprattutto tecniche.
Per concludere dirò che, per quanto mi riguarda, in passato, sono arrivato a dedicare anche 5, 6, 7 ore all’allenamento quotidiano, mentre adesso sono ridotte a 2 o 3 (quando va bene).
2 o 3 ore che cerco comunque di dedicare possibilmente a qualcosa di specifico.
Nonostante già così abbia avuto immense soddisfazioni dallo Strumento, se tornassi indietro penso che dedicherei senz’altro un po’ più di tempo allo studio dell’indipendenza, che considero un fattore molto importante per potersi definire un Percussionista completo e che rappresenta senz’altro la lacuna maggiore nel mio bagaglio tecnico al punto che spesso dico di me stesso che ho “L’indipendenza di un Rimorchio attaccato ad un Tir”


A voi la palla raga.
Sha’ :;):
Edited By shaddy on 1168535279